Banca Ifis: utile netto consolidato in crescita a 127 milioni di euro. Deliberata la distribuzione di un acconto sul dividendo 2024 di 63 milioni di euro

  • Confermata la guidance di 160 milioni di euro di utile nel 2024
  • Nel periodo, i ricavi consolidati salgono a 531,8 milioni di euro. La crescita è spinta dal positivo andamento dell’attività commerciale, del business Npl e della finanza proprietaria, che ha compensato l’aumento del costo della raccolta.
  • Ridotti i possibili impatti sul margine di interesse di futuri tagli dei tassi di interesse, principalmente tramite l’aumento della durata del portafoglio di titoli di proprietà e delle nuove erogazioni leasing a tasso fisso.
  • Completato il rimborso del TLTRO. La posizione di liquidità rimane molto solida, pari a circa 2,1 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in BCE (LCR pari a circa 900%).
  • Rafforzati ulteriormente gli indicatori di solidità. Il CET1 ratio al 16,43%, includendo l’utile dei primi 9 mesi del 2024 al netto del dividendo maturato, è ampiamente sopra i requisiti patrimoniali richiesti [1].
  • La solida posizione di capitale consente la distribuzione di 63 milioni di euro (1,2 euro per azione in circolazione, al lordo di eventuali ritenute di legge) di acconto sul dividendo 2024, che verrà messo in pagamento con data stacco cedola (ex date) il 18 novembre 2024, data di legittimazione al pagamento del dividendo stesso (record date) il 19 novembre 2024 e data di pagamento il 20 novembre 2024.

Risultati consolidati dei primi nove mesi del 2024

Dati consolidati riclassificati[1] – 1° gennaio 2024 / 30 settembre 2024

  • L’utile netto consolidato di pertinenza del Gruppo Banca Ifis è pari a 126,6 milioni di euro, in crescita dell’1,5% rispetto ai 124,7 milioni di euro dello stesso periodo del 2023. Sui risultati dei primi nove mesi 2024 hanno influito positivamente l’andamento del business commerciale e del Settore Npl, oltre che l’attività della finanza proprietaria.
  • Il margine di intermediazione, in crescita del 3,8% a 531,8 milioni di euro rispetto ai 512,4 milioni di euro dello stesso periodo del 2023, beneficia della crescita del Settore Commercial & Corporate Banking (+3,9%, pari a 10,2 milioni di euro, rispetto ai primi nove mesi del 2023), del positivo contributo del Settore Npl (+6,7%, pari a 13,5 milioni di euro, rispetto ai primi nove mesi del 2023), nonché dell’incremento dei risultati derivanti dall’attività della finanza proprietaria (+63%, pari a 17,4 milioni di euro, rispetto ai primi nove mesi del 2023). Tali valori più che compensano l’aumento del costo della raccolta.
  • Il costo del credito è pari a 28,9 milioni di euro, rispetto ai 30,9 milioni di euro dei primi nove mesi del 2023, a conferma della prudente gestione del rischio di crediti degli ultimi trimestri.

I costi operativi, pari a 299,7 milioni di euro (+5,9% rispetto ai 283,1 milioni di euro dello stesso periodo del 2023), aumentano per le maggiori spese del personale (127,2 milioni di euro rispetto a 120,5 milioni di euro dello stesso periodo del 2023), principalmente per la

[1] Le riclassificazioni e aggregazioni del conto economico consolidato riguardano le seguenti fattispecie:

  • le rettifiche/riprese di valore nette afferenti al Settore Npl sono riclassificate fra gli interessi attivi e proventi assimilati (e quindi all’interno della voce “Margine di interesse”) nella misura in cui rappresentative dell’operatività di tale business e parte integrante del rendimento dell’attività di business;
  • gli accantonamenti netti su fondi per rischi e oneri sono esclusi dal computo dei “Costi operativi”;
  • le voci di costo e ricavo ritenute come “non ricorrenti” (ad esempio perché connesse direttamente o indirettamente ad operazioni di aggregazione aziendale, come il c.d. “gain on a bargain purchase” ai sensi dell’IFRS 3), sono esclusi dal computo dei “Costi operativi”, e pertanto sono stornati dalle rispettive voci da Schema di Bilancio Circolare 262 (es. “Altre spese amministrative”, “Altri oneri/proventi di gestione”) e inseriti in una specifica voce “Oneri e proventi non ricorrenti”;
  • gli oneri ordinari e straordinari introdotti a carico delle banche del Gruppo (Banca Ifis e Banca Credifarma) in forza dei meccanismi di risoluzione unico e nazionale (FRU e FRN) e del meccanismo di tutela dei depositi (c.d. DGS o FITD) sono esposti in una voce separata denominata “Oneri relativi al sistema bancario” (la quale è esclusa del computo dei “Costi operativi”), anziché essere evidenziati nelle voci “Altre spese amministrative” o “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri“;
  • sono ricondotti nell’ambito dell’unica voce “Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”:
    • le rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (ad eccezione di quelle relative al Settore Npl di cui al punto sopra) e ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva;
    • gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito riferiti a impegni e garanzie rilasciate;
    • gli utili (perdite) da cessione/riacquisto di finanziamenti al costo ammortizzato diversi da quelli del Settore Npl.
    • crescita del numero di dipendenti e del rinnovato CCNL oltre che per le maggiori altre spese amministrative (177,6 milioni di euro rispetto a 167,0 milioni di euro dello stesso periodo del 2023). Tali incrementi riflettono anche l’integrazione di Revalea.
    • La posizione di liquidità al 30 settembre 2024 è pari a circa 2,1 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in BCE (LCR pari a circa 900%).
  • Requisiti di capitale[1]
    • Il CET1 è pari a 16,43% (14,87% al 31 dicembre 2023) e il TCR è pari a 18,65% (17,44% al 31 dicembre 2023), calcolati includendo l’utile generato nei primi nove mesi del 2024 al netto del dividendo maturato.

     

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    Roma, 7 novembre 2024 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis, riunitosi oggi sotto la Presidenza di Ernesto Fürstenberg Fassio, ha approvato i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2024.

    “I risultati del terzo trimestre ci consentono di avvicinare la fine del 2024 con fiducia e confermare la guidance di utile per l’esercizio corrente a 160 milioni di euro. In questo modo, confermiamo gli obiettivi finanziari del Piano Industriale 2022-2024, proseguendo nel rafforzamento dello sviluppo commerciale, nell’accelerazione del processo di innovazione e digitalizzazione e nella prudente gestione del rischio di credito. Pur in un anno caratterizzato da incognite geopolitiche e macroeconomiche, la Banca ha continuato a rafforzare la già ampia gamma di prodotti e servizi al fine di accompagnare le piccole e medie imprese italiane nelle sfide di mercato. Abbiamo inoltre continuato a implementare il nostro modello di social banking nella Divisione NPL, con processi finalizzati alla reinclusione finanziaria con un recupero sostenibile per i nostri clienti che sia coerente col percorso ideato dal nostro Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio. La crescita dei ricavi, pari al 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, riflette la proattiva dinamica commerciale, la stabilità dei recuperi del business Npl e l’incremento dei risultati derivanti dall’attività in strumenti finanziari della finanza proprietaria che hanno consentito di controbilanciare l’aumento del costo della raccolta. Parallelamente, l’aumento della durata del portafoglio titoli ci ha consentito di ridurre i possibili impatti sul margine di interesse di futuri tagli dei tassi. Nei prossimi trimestri lo scenario macroeconomico dovrebbe risultare ancora positivo per il settore bancario, anche se caratterizzato da tassi in diminuzione, da un potenziale aumento della competizione nelle erogazioni ai clienti con rating più elevato e da un potenziale deterioramento della qualità dell’attivo conseguente all’andamento dell’economia europea. In questo contesto, da inizio anno la Banca ha avviato una serie di azioni volte a ridurre l’impatto di una possibile riduzione dei tassi di interesse mentre i possibili rischi sulla qualità dell’attivo sono mitigati dalla diversificazione del portafoglio, dalla breve durata dei crediti alla clientela, da solide garanzie a supporto delle esposizioni e dalla presenza di management overlays. Nei prossimi mesi, la Banca completerà le ultime progettualità del Piano Industriale triennale, con particolare attenzione ai processi trasformativi in chiave digital e di trasformazione Esg del business”, dichiara Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis.

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    I ricavi del Settore Commercial & Corporate Banking, che nei primi nove mesi del 2024 sono in crescita del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2023, riflettono il dinamismo e la qualità del lavoro della rete commerciale che ha consentito la crescita delle attività nonostante la minore domanda di credito dovuta ai più alti tassi di interesse e ha permesso al Gruppo di compensare l’aumento del costo della raccolta. Nei primi nove mesi dell’anno la Banca ha sviluppato nuove sinergie con primari partner a livello internazionale, come Yamaha Motors nel leasing e noleggio di biciclette elettriche per il comparto turistico.

    Nel Settore Npl i recuperi di cassa sui portafogli acquistati dei primi nove mesi dell’anno, includendo 41 milioni di euro di Revalea, sono stati pari a 316 milioni di euro, in aumento del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’attività di recupero giudiziale e stragiudiziale non evidenzia, a oggi, impatti negativi significativi derivanti dal rialzo dell’inflazione e dei tassi di interesse.

    Il costo medio della raccolta nel terzo trimestre 2024 si conferma stabile al 3,94%, mantenendosi sugli stessi valori del trimestre precedente. La Banca conferma quindi l’obiettivo di mantenere il costo della raccolta medio del 2024 inferiore al 4,0%. Nel mese di settembre Banca Ifis ha inoltre completato il rimborso del TLTRO.

    Il portafoglio titoli facente capo alla finanza proprietaria è diminuito da 3 miliardi di euro di dicembre 2023 a 2,6 miliardi di euro di settembre 2024, mentre ne è stata allungata la duration da 2,3 anni di dicembre 2023 a 3,3 anni di settembre 2024, a conferma di una gestione attiva e opportunistica, sempre mantenendo un profilo di rischio limitato.

    I rapporti di qualità dell’attivo, il Gross Npe Ratio e il Net Npe Ratio, si attestano rispettivamente al 5,7% e al 3,2% (rispettivamente 5,4% e 3,0% al 30 giugno 2024), in leggero incremento rispetto al trimestre precedente per effetto della riduzione dei crediti in bonis imputabile alla stagionalità del business factoring, mentre i crediti deteriorati lordi e netti sono rimasti sostanzialmente stabili in termini di importo rispetto al 30 giugno 2024. I rapporti di qualità dell’attivo al 30 settembre si attesterebbero rispettivamente al 5,1% e al 2,7%, escludendo le riclassificazioni derivanti dall’applicazione della normativa sulla Nuova Definizione di Default ai crediti verso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), caratterizzati da un limitato rischio di credito e da lunghe tempistiche di pagamento. La copertura media dei crediti deteriorati è stata continuamente rafforzata dal 35% del 2022 al 46% del 30 settembre 2024.

    I coefficienti patrimoniali confermano la forte solidità del Gruppo. Entrambi i principali indicatori si mantengono ampiamente superiori ai livelli minimi richiesti, con il CET1 Ratio consolidato pari a 16,43% (14,87% al 31 dicembre 2023) e il Total Capital Ratio consolidato pari al 18,65% (17,44% al 31 dicembre 2023), calcolati includendo l’utile dei primi nove mesi del 2024 al netto del dividendo maturato.

    La solida posizione di capitale consente la distribuzione di 63 milioni di euro (1,2 euro per azione in circolazione, al lordo di eventuali ritenute di legge) di acconto sul dividendo 2024, che verrà messo in pagamento con data stacco cedola (ex date) il 18 novembre 2024, data di legittimazione al pagamento del dividendo stesso (record date) il 19 novembre 2024 e data di pagamento il 20 novembre 2024.

    Si informa che la relazione del Consiglio di Amministrazione e il prospetto contabile al 30 settembre 2024 ex articolo 2433-bis c.c. – sulla base dei quali il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis ha deliberato la distribuzione dell’acconto sul dividendo e incluse all’interno del Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2024 – sono messi a disposizione del pubblico presso la sede sociale della Banca, nonché sul meccanismo di stoccaggio autorizzato e sul sito web istituzionale della Banca, www.bancaifis.it, sezione “Investor Relations”. Infine, ai fini della distribuzione dell’acconto sul dividendo, la società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A. ha rilasciato in data odierna il parere previsto dall’articolo 2433-bis c.c. che è stato messo a disposizione dei soci presso la sede sociale della Banca.

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    In vista della predisposizione del prossimo piano industriale, il Consiglio di Amministrazione ha approvato i termini del rapporto di collaborazione con l’ingegner Frederik Geertman in vista del rinnovo della carica di Amministratore Delegato per il prossimo triennio, che sarà proposta all’Assemblea degli azionisti di Banca Ifis ad aprile 2025, all’interno della lista che sarà presentata dall’azionista di controllo La Scogliera SA, a seguito della definizione da parte della stessa società della proposta di rinnovo con l’Ing. Geertman.

    La delibera è stata assunta nel rispetto della vigente normativa in materia di operazioni con parti correlate di minore rilevanza.

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    Banca Ifis e l’impegno nella sostenibilità 

    Nel periodo, Banca Ifis ha continuato a portare avanti iniziative nel campo della sostenibilità attraverso un approccio integrato e concreto finalizzato a creare impatto sociale positivo per le imprese, i territori e le persone. L’impegno della Banca è proseguito su tre direttrici principali: governance, ambiente e sociale.

    Sul primo fronte, le iniziative introdotte negli ultimi tre anni sono state valutate positivamente dall’agenzia di rating internazionale MSCI che, ad aprile 2024, ha alzato il rating di Banca Ifis portandolo da A ad AA, sui livelli più alti del settore finanziario italiano. L’innovazione sostenibile del modello di business di Banca Ifis è proseguita con l’integrazione di nuove partnership con primari operatori internazionali nel campo dei prodotti green come il leasing delle e-bike, del fotovoltaico e delle colonnine di ricarica per auto elettriche.

    Sul fronte sociale, la Banca ha portato avanti le iniziative di supporto alle comunità previste da Kaleidos, il Social Impact Lab ispirato dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio. Il progetto, cui è legato un piano di investimenti di 7 milioni di euro nel triennio 2022-2024, ha consentito la realizzazione di ben trentacinque progettualità su tutto il territorio nazionale.

    Sempre sul fronte delle iniziative sociali, infine, nel mese di aprile 2024 ha preso vita “Ifis art”, il progetto voluto e ideato dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio che raccoglie tutte le progettualità realizzate dalla Banca per la valorizzazione dell’arte, della cultura, della creatività contemporanea e dei loro valori. A giugno, invece, la Banca ha arricchito la collezione del Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg – aperto gratuitamente al pubblico ogni domenica – con nove opere della personale “Horse Power” dell’artista italiano Nico Vascellari.

    Nel mese di settembre Banca Ifis ha acquistato una quota del capitale di The Street S.r.l., la società che cura la gestione dell’hub culturale del Treviso Arts District. In particolare, la Banca ha rilevato una quota pari al 25% del capitale sociale della società che, ad oggi, controlla la maggioranza di 21Gallery, Il Cantiere, Ristorante Vite e il brand di design Ondesign. L’operazione si inserisce nella strategia di Banca Ifis a supporto delle attività culturali e di impatto sociale sul territorio, con particolare riferimento all’area del Nordest d’Italia in cui la Banca ha la propria sede e le proprie radici.

    Il modello di misurazione dell’impatto sociale di Banca Ifis

    Per valutare l’impatto delle proprie iniziative, Banca Ifis ha sviluppato un modello di misurazione dell’impatto sociale finalizzato a quantificare, attraverso criteri oggettivi, il valore sociale generato sulle persone e le comunità. Elaborato in collaborazione con Triadispinoff del Politecnico di Milano – il modello è replicabile e scalabile e consente di indirizzare in maniera efficace gli investimenti sociali e di massimizzare il valore sociale prodotto per la collettività, trasformando così la S (Social) dell’acronimo ESG in una dimensione tangibile e misurabile.

    Queste iniziative hanno riguardato 10 diversi SDGs dell’Agenda Onu 2030 e hanno permesso l’analisi di 9 macro-obiettivi di impatto sociale: empowerment giovanile, inclusione sociale, inclusione lavorativa, parità di genere, miglioramento della salute e accesso alle cure mediche, sconfitta della malnutrizione, accessibilità ad una nutrizione sana e corretta, rigenerazione urbana.

    Applicando tale modello ai progetti arrivati a chiusura successivamente al proprio sviluppo, il moltiplicatore medio di impatto sociale risulta oggi essere pari a 5,6: vale a dire che per ogni euro investito da Banca Ifis in iniziative sociali sono stati generati 5,6 euro di impatto sociale positivo.

    Dopo una prima fase sperimentale avviata nel 2023 su un numero selezionato di progetti, nel 2024, la Banca ha esteso la misurazione dell’impatto sociale ad ulteriori 15 iniziative sviluppate nell’ambito di Kaleidos che hanno permesso così di consolidare la cifra di 9,4 milioni di euro di valore generato positivo per tutti i progetti esaminati.


[1] A gennaio 2024, il Gruppo Banca Ifis ha ricevuto da Banca d’Italia la comunicazione dei nuovi requisiti SREP. I nuovi requisiti prevedono un CET1 del 9,0%, un Tier 1 Ratio del 10,90% e un Total Capital Ratio del 13,30% (incluso 1,0% di P2G) e sono applicati a partire dal 31 marzo 2024. Al 31 dicembre 2023, I requisiti SREP risultavano essere: CET1 dell’8,65%, un Tier 1 Ratio del 10,50% e Total Capital Ratio del 12,9% (incluso 0,75% di P2G).


[2] Le riclassificazioni e aggregazioni del conto economico consolidato riguardano le seguenti fattispecie:

 

  • le rettifiche/riprese di valore nette afferenti al Settore Npl sono riclassificate fra gli interessi attivi e proventi assimilati (e quindi all’interno della voce “Margine di interesse”) nella misura in cui rappresentative dell’operatività di tale business e parte integrante del rendimento dell’attività di business;
  • gli accantonamenti netti su fondi per rischi e oneri sono esclusi dal computo dei “Costi operativi”;
  • le voci di costo e ricavo ritenute come “non ricorrenti” (ad esempio perché connesse direttamente o indirettamente ad operazioni di aggregazione aziendale, come il c.d. “gain on a bargain purchase” ai sensi dell’IFRS 3), sono esclusi dal computo dei “Costi operativi”, e pertanto sono stornati dalle rispettive voci da Schema di Bilancio Circolare 262 (es. “Altre spese amministrative”, “Altri oneri/proventi di gestione”) e inseriti in una specifica voce “Oneri e proventi non ricorrenti”;
  • gli oneri ordinari e straordinari introdotti a carico delle banche del Gruppo (Banca Ifis e Banca Credifarma) in forza dei meccanismi di risoluzione unico e nazionale (FRU e FRN) e del meccanismo di tutela dei depositi (c.d. DGS o FITD) sono esposti in una voce separata denominata “Oneri relativi al sistema bancario” (la quale è esclusa del computo dei “Costi operativi”), anziché essere evidenziati nelle voci “Altre spese amministrative” o “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri“;
  • sono ricondotti nell’ambito dell’unica voce “Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”:
      • le rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (ad eccezione di quelle relative al Settore Npl di cui al punto sopra) e ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva;
      • gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito riferiti a impegni e garanzie rilasciate;
      • gli utili (perdite) da cessione/riacquisto di finanziamenti al costo ammortizzato diversi da quelli del Settore Npl.

     

 


[3] Il CET1, il Tier 1 e il Totale Fondi propri (Total Capital) al 30 settembre 2024 includono gli utili generati dal Gruppo Bancario nei primi nove mesi del 2024, al netto dell’acconto sul dividendo. Gli utili generati computati a Fondi Propri tengono conto anche del dividendo prevedibile ai sensi dell’art. 2 del Regolamento UE n. 241/2014.